Su Zero14 ho raccontato un altro disco libro capolavoro: All’ombra del Baobab.
E ho cantanto in sängö una canzone che – sono pronto a scommetterci – conoscete anche voi: ngbonga apîka awe…
I libri sono sempre, in fondo, dei viaggi e quando il potere evocativo della musica si aggiunge a quello delle parole, allora diventa ancora più facile perdersi, andare davvero lontano. E finire – con il libro di oggi – sotto un baobab, in un villaggio dell’Africa nera, a fare un girotondo o a giocare con le filastrocche.
“All’ombra del baobab” (a cura di Chantal Grosléziat, Mondadori, € 16) è un tesoro ricchissimo fin dal suo promettente sottotitolo “L’Africa nera in 30 filastrocche”.
Contiene ben 11 lingue diverse (wolof, sängö, bambara, peul, ecc.) e un ricchissimo repertorio di musiche e di “funzioni” sociali: dalle ninna nanne, ai canti di nozze, dalle danze, ai canti di lavoro, ai giochi cantati. Nel libro, ogni canzone impegna una doppia pagina, con una grande coloratissima illustrazione, il testo in originale e la traduzione. In appendice, ogni canzone viene raccontata in brevi utilissime note.
L’autrice Chantal Grosléziat è una musicista ed educatrice, specializzata nella ricerca delle tradizioni musicali legate all’infanzia. I protagonisti assoluti del cd sono la bellezza dei suoni naturali (balafon, kalimba, kora) e la magia delle voci, quasi sempre femminili, che colorano l’aria con i diversi stati d’animo: dalla gioia del gioco alla dolcezza della nostalgia, dalla forza della danza al mistero della notte.
Questo è un libro prezioso e utilissimo soprattutto per chi nelle scuole si trova ogni giorno di fronte alla ricchezza dell’interculturalità e alla doverosa ricerca di strumenti per trasformarla in esperienza, educazione, valore. Chissà quante di queste filastrocche sopravvivono oggi nei nuovi italiani, di nascita o di origine africana.
E chissà lo stupore di una classe di bambini scoprendo che “Fra’ Martino Campanaro” si canta anche in lingua sängö e poi intonando ngbonga apîka awe.
Ma “All’ombra del baobab” non è solo un viaggio geografico nel continente nero. È un viaggio intimo, fino all’infanzia di ogni lettore e ascoltatore. Ed è infine anche un viaggio ben più lungo e straordinario alle origini della specie umana, al ruolo primitivo della parola unita al ritmo.
All’ombra del baobab – L’Africa nera in 30 filastrocche
a cura di Chantal Grosléziat
Illustrazioni di Elodie Nouen,
Mondadori, € 16
Appena chiusa la recensione mi sono chiesto come mai Mondadori non ne abbia pubblicati altri, dopo Baobab, Ulivo e Papaya.
Recensione uscita su Zero14, inserto del sabato di Gazzetta di Modena.
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